"...Ma l'unico pericolo che sento veramente...è quello di non riuscire più a sentire niente..."
Arciragazzi Palermo esprime il più grande rammarico per i
fatti recentemente accaduti nel Canale di Sicilia, ennesimo esempio di diritti
umani negati. Senza osare analisi
sociali, a nostro parere la negazione
del diritto nel ventunesimo secolo si è ridotta ad essere normale, silenziosa, veloce. Dopo un po’, scompare, cosi come sono scomparsi i 700 corpi
sui fondali del nostro mare.
In tal senso, al di là delle riflessioni obbligate sui
processi di gestione delle migrazioni in Europa e in Italia, che mirano alla
militarizzazione dei mari e alla esclusione dello “straniero”, sentiamo il
dovere di porci interrogativi sulle modalità di reazione dei bambini, delle
bambine ,dei giovani e perché no? Sulle nostre.
Immediatamente dopo la strage è partito un movimento
mediatico enorme con articoli, immagini, opinioni, racconti e testimonianze che
ha garantito la possibilità a tutte e tutti di prendere posizione rispetto ai
fatti accaduti. Tuttavia, il rischio delle proteste "via internet" è
che queste rimangano virtuali, che i giovani, i bambini e forse
anche noi adulti non siamo più sconvolti o colpiti da tale scempio. L'assuefazione
e l'indifferenza è la cosa peggiore che si possa provare. L'indignazione 2.0
promossa a colpi di "mi piace" su Facebook, il demandare
responsabilità ai governi regionali, nazionali o europei non basta.
Se non si è colpiti, indignati e
angosciati non si riflette, non ci si domanda, non si continua a lottare per
fare in modo che tali tragedie non accadano più. Ascoltare un bambino che dice “tanto ormai ci siamo abituati”
fa rabbrividire. Ma fa anche riflettere: fa pensare che come associazione
impegnata da oltre vent’anni sulla promozione dei diritti abbiamo la
responsabilità e il dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità, sempre
più decisi, sempre più arrabbiati e passionali.
Servono azioni concrete, prendere coscienza che nel 2015 una
strage di questo genere non è un caso isolato, ma fa parte di un sistema
malavitoso che su questa moderna "tratta degli schiavi" ha interessi
economici e che la soluzione non è quella di chiudere le frontiere o ricacciare
indietro gli "invasori", ma piuttosto scoperchiare delle lobby e dei
sistemi politico-economici a cui fa comodo che tutto rimanga così com'è.
Occorre fare chiarezza su queste vicende e promuovere una
cultura dell'informazione che vada oltre i salotti televisivi e gli
schieramenti del web. Arciragazzi Nazionale già da diversi anni affronta queste tematiche, in particolare, nel 2011 con la campagna "Nessun Bambino è
Straniero".
I volontari di Arciragazzi Palermo, su questo tema di
scottante attualità si danno disponibili a pensare e progettare con i volontari
di tutte le associazioni di Palermo, dei percorsi educativi nei centri sociali,
negli oratori, nelle scuole e nelle piazze, per confrontarsi, studiare e
successivamente sensibilizzare, attraverso il gioco, i bambini, le bambine i
ragazzi e le ragazze, ad avere un atteggiamento critico su tutto quello che
riguarda il tema dell'immigrazione clandestina e le stragi del Canale di
Sicilia, partendo dalla consapevolezza che questo non è il primo e purtroppo
non sarà l'ultimo gravissimo caso di negazione dei diritti umani nel Mar
Mediterraneo.
Con questo spirito Arciragazzi Palermo è in prima linea in questi giorni nel
sostenere azioni concrete in città per prestare aiuto ai naufraghi, appoggiando
le iniziative promosse dalle associazioni che da anni si occupano di immigrazione come la raccolta indumenti attivata dal Centro Astalli (per maggiori informazioni clicca qui) e sostenendo
le iniziative di protesta pacifica come la fiaccolata organizzata dall'Oratorio Santa Chiara e da MoltiVolti a Palermo Venerdi 24 Aprile che partirà alle ore 21.00 proprio dalla sede dell'Oratorio Santa Chiara per concludersi in Piazza Bologni (per maggiori info clicca qui).
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